PAOLO GHIDONI
e il suo TEATRO IN DIALETTO
Insegnante elementare in pensione, Paolo Ghidoni si dedica al teatro, soprattutto dialettale, da molti anni. Nato a Concordia sulla Secchia in provincia di Modena nel 1943, si è trasferito in tenera età nel limitrofo Comune di Moglia (provincia di Mantova) dove è vissuto quasi ininterrottamente fino ad oggi. Ha iniziato a far teatro nell’ormai lontano 1968 come attore dialettale a Casatico di Marcaria e subito dopo al proprio paese nella “Filodrammatica Mogliese” che, alcuni anni dopo, avrebbe assunto il nome di “Gruppo Teatro Aperto”. Nello stesso anno 1968 iniziò anche la propria attività di autore teatrale con la commedia “Va’ dal barber e fat tusar” che racconta una storia ambientata per l’appunto in quel periodo di contestazione giovanile.
Questo testo, per alcuni anni, non trovò chi lo mettesse in scena,anche perché in quegli anni la “Filodrammatica Mogliese” non si dedicava al dialetto, ma preferiva rappresentare vecchie commedie musicali in lingua. Soltanto nel 1976 “Va’ dal barber e fat tusar” fu scelta e rappresentata dalla Compagnia dialettale di Formigosa (Mantova). Il successo di quella messa in scena fu di sprone anche alla compagnia mogliese per cimentarsi nel teatro dialettale e per accettare i testi del proprio attore e, a quel tempo anche regista, Paolo Ghidoni. A partire dal 1977 il “Gruppo Teatro Aperto” rappresentò prima “Va’ dal barber e fat tusar” e successivamente, nel corso degli anni, le altre commedie dell’autore: “Quand a runa la palèra”, “La cambra di salam”, “La regina di vdei”, “Li tre bambuli”, “L’ ustaria dli beli doni”, “La ca’ di ladar”. Quasi tutti questi testi sono stati ripresi e messi in scena con successo anche da varie altre compagnie dialettali soprattutto delle province di Mantova, Reggio e Modena.
Paolo Ghidoni scrive i suoi testi nel dialetto che si parla nel Basso Mantovano (Suzzarese) e nella confinante Bassa Reggiana (Guastallese). Si tratta di un dialetto ricco e colorito, ancor oggi correntemente usato, a prescindere dal livello culturale o dalle classi sociali.
Non è un idioma con grandi tradizioni letterarie e quindi non ha regole precise e canonizzate per la scrittura. Chi scrive in questo dialetto (esempio più illustre, probabilmente Cesare Zavattini che fu anche ispirato poeta dialettale) cerca di farsi comprendere utilizzando, in modo piuttosto personale, lettere, segni e simboli mutuati dalla lingua italiana e, se necessario, anche da altre lingue europee. C’è stato, è vero, un tentativo da parte di alcuni cultori del dialetto mantovano di fissare regole ortografiche e grammaticali, ma ha avuto scarso seguito e, comunque, prende quasi esclusivamente in considerazione la parlata di Mantova città.
Il dialetto scritto di Paolo Ghidoni è abbastanza semplice e facilmente comprensibile ed adattabile in una vasta zona della Val Padana a cavallo fra Lombardia ed Emilia.
Si tratta di testi brillanti, ricchi di spunti e di battute comiche, ma mai grossolani e farseschi. Le storie raccontate contengono buoni intrecci e, senza aver la pretesa di fare satira, cercano di rappresentare in modo bonariamente ironico situazioni e vicende del mondo contemporaneo. Sono prevalentemente ambientate nella Pianura Padana del giorno d’oggi.
In questi ultimi anni Paolo Ghidoni, ormai pensionato, ha alleggerito il proprio impegno come attore e regista, ma ha continuato a lavorare intensamente per il teatro come autore. I suoi ultimi tre testi teatrali (“Pulenta e gras pistà”, “Scambi ad not a la stasiun” e “Angilin”) non hanno ancora trovato chi se la sente di metterli in scena, forse perché affrontano da un punto di vista, in un certo senso, più approfondito e meno scherzoso rispetto alla produzione precedente, argomenti quali i problemi della terza età e le lotte contadine dell’ottocento padano.
LE DIECI COMMEDIE IN DIALETTO
DI PAOLO GHIDONI
Va' dal barber e fat tusar" (1968) (Va' dal barbiere e fatti tosare)
"Quand a runa la palèra" (1970) (Quando crolla la catasta dei pali)

"La cambra di salam" (1977) (La stanza dei salami)
"La regina di vdei" (1980) (La regina dei vitelli)

"Li tre bambuli" (1988) (Le tre bambole)
"L'ustaria dli beli doni" (1993) (L'osteria delle belle donne)

"La ca' di ladar" (2002) (La casa dei ladri)
"Pulenta e gras pistà" (2006) (Polenta e lardo)

"Scambi ad not a la stasiun" (2007) (Scambi di notte alla stazione)
"Angilin" (2008) (Angiolino)
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I testi teatrali di Paolo Ghidoni</TITLE><meta name="description" content="L\'autore teatrale Paolo Ghidoni offre in lettura agli operatori del teatro amatoriale le proprie commedie dialettali."><meta name="keywords" content="Commedie, schede,teatro,autore,dialetto,mantovano." ><META name="distribution" content="global" >
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