PAOLO GHIDONI
e il suo TEATRO IN DIALETTO
"Pulenta e gras pistà"
Commedia in due parti in dialetto mantovano-reggiano


(Scritta dall’autore nel 2006 non ha ancora trovato chi la rappresenti, forse perché non è un testo improntato alla comicità, ma all’approfondimento in chiave mitologica di un periodo storico molto importante per l’emancipazione morale e civile della nostra comunità).
MARIETA
PAULIN, sö maré
ULIMPIA, vsinanta
DOLFO, sö zenar
MINGHIN, sö 'nvù
SALMIN, amic ad Paulin
BUNALMA, la padruna
BOBI, al fatur
DORALICE, serva dal pret
CATRINA, putèla incinta
UN MENDICANTE
Alcuni contadini (uomini e donne)
I narratori
L'azione si svolge fra il 1882 e il 1885 in una corte agricola del Basso Mantovano.
Le parti introduttive e narrative in versi possono essere recitate dagli interpreti dei personaggi che, come narratori, avranno mantelli uguali, indossabili con grande rapidità, ed eventuali mascherine. I vari attori si alterneranno secondo le scelte di regia nel recitare da soli o coralmente. Le parti in versi vanno per lo più recitate in modo ritmato a mo' di filastrocche. Se la compagnia che, eventualmente, volesse mettere in scena la commedia, ne avesse la possibilità, potrebbe musicare, in tutto o in parte, i versi rendendoli cantabili. Si possono anche togliere le parti in versi, ad eccezione del canto "L'Italia l'è malada..." inserito nel testo in prosa, senza il quale la commedia non può essere rappresentata.
MARIETA: Giovane e graziosa donna, vestita con poveri indumenti da contadina.
PAULIN: Contadino abbastanza giovane, malvestito con l’aspetto tipico di chi è costretto spesso a saltare il pasto.
ULIMPIA: Vecchia contadina di aspetto miserevole. Si esprime quasi sempre in modo risentito e polemico.
DOLFO: Contadino di mezz’età, anch’egli mal vestito. Parla quasi sempre con la voce impastata dell’avvinazzato.
MINGHIN: Bambino cencioso di dieci anni circa.
SALMIN: Aspetto più o meno simile a quello di Paulin.
BUNALMA: Signora di mezz’età abbigliata con grande sfarzo. Si esprime con toni falsamente conviviali che mascherano ben poco la superbia e l’arroganza.
BOBI: Contadino sulla cinquantina, ben nutrito e vestito in modo molto più ordinato rispetto agli altri. Parla in modo tronfio ed arrogante.
DORALICE: Donna di mezz’età vestita di scuro in modo molto castigato.
CATRINA: Giovane e povera contadina. Appare evidente il suo stato di gravidanza.
UN MENDICANTE: Vestito di stracci, magrissimo, sofferente.
Negli ultimi decenni dell’ottocento, ai tempi in cui nel mantovano e nelle zone limitrofe venete ed emiliane si manifestano i movimenti di contestazione e di protesta, passati alla storia con il nome “La Boje”, il contadino Paulin sente l’ esigenza di ribellarsi alla fame, alla miseria e alla tracotanza dei padroni. Sua moglie Marieta, giovane donna pia e devota, considerata dal popolino quasi una santa, rifiuta, invece, il ricorso a qualsivoglia forma di disobbedienza ai dettami dei preti e dei padroni e preferisce pregare e sperare che la Divina Provvidenza mandi un segnale benigno per i poveri sventurati delle campagne. Come in una fiaba la sua fede e la sua bontà vengono messe a dura prova da una serie di eventi ed incontri dove dimostra disponibilità al sacrificio ed amore per il prossimo. Alla fine arriva anche un fatto prodigioso che la gente interpreta come miracolo e che a lei serve per rendersi conto di quel che Lassù le si chiede.

In questa commedia, rispetto alle altre, non c’è quasi niente da ridere. Può essere rappresentata solo da compagnie che non considerino il dialetto esclusivamente adatto per il teatro comico, che condividano integralmente testo e contenuti e che rispettino l’ambientazione geografica della vicenda.
SCENA (fissa) : Il cortile di una corte agricola degli ultimi decenni dell'ottocento. Al centro la porta della miserabile abitazione di Marieta e Paulin. Accanto la comune che porta fuori e ad altri ambienti della corte; a destra la porta dell'altrettanto misera casa di Ulimpia. Davanti alla porta centrale un tavolaccio sgangherato e alcune sedie mal ridotte. Ci sono anche vecchie panche di legno vicino alle porte. La scena può essere completata con alcuni attrezzi agricoli del periodo.
VISITATORI:
HOME | contatti | Va' dal barber e fat tusar | Quando crolla la catasta | La cambra di salam | La regina di vdei | Li tre bambuli | L'ustaria dli beli doni | La ca' di ladar | Polenta e lardo | Scambi ad not a la stasiun | Angilin