PAOLO GHIDONI
e il suo TEATRO IN DIALETTO
"L'ustaria dli beli doni"
Commedia in tre atti in dialetto mantovano-reggiano



Scritta circa a metà degli anni novanta e subito messa in scena con grande successo dal “GRUPPO TEATRO APERTO” con l’ispirata regia di Gabriele Maretti. Lo spettacolo ottenne in quei tempi numerosi premi e riconoscimenti in ambito provinciale e interregionale.
EMILIA
AMELIA, sua madre
AMALIA, sua figlia
MARCELLO, camionista
SIFULIN, camionista
BERTO, pensionato
WALTER, camionista
MARIELLA, cameriera
CARMEN, avvocato
FELICE, impiegato
STELLA, camionista
SCENA UNICA PER I TRE ATTI: Il bar di una modesta trattoria lungo la strada statale. Sul fondo una porta a vetri, a destra il banco e una porta d’accesso alla sala da pranzo; a sinistra la porta d’accesso alle stanze da letto. Alcuni tavolini con sedie e altri arredi tipici dei bar, tra cui uno specchio.
EMILIA: Oltre i quaranta, ancora molto bella, ma sobria nel vestire.
AMELIA: Molto anziana con una bella capigliatura fra il bianco e l’azzurrino. Veste con eleganza antiquata a base di trine, fiori, vistosi gioielli. Trucco molto pesante.
AMALIA: Giovane donna molto graziosa.
MARCELLO: Camionista di aspetto e di atteggiamento abbastanza gioviali, sulla cinquantina, vestito con il tipico abbigliamento del suo ruolo.
SIFULIN: Anche lui camionista, oltre i cinquanta; veste circa come Marcello, ma in modo più sciatto e trasandato.
BERTO: Oltre i cinquanta di età, aria e abbigliamento decoroso da impiegato.
WALTER: Giovane camionista vestito con indumenti tipici della professione, ma puliti e decorosi.
MARIELLA: Bella e simpatica ragazza in divisa da cameriera.
CARMEN: Signora sulla quarantina di aspetto distinto.
FELICE: Giovane distinto con atteggiamenti un po’ timidi.
STELLA: Donna di mezz’età, d’aspetto abbastanza trascurato, vestita da camionista.
Emilia, assieme alla madre Amelia e alla figlia Amalia, gestisce una modesta trattoria in cui, oltre il faticosissimo lavoro, esercita anche continui sfoghi di disprezzo e rancore verso i camionisti, abituali clienti del suo locale e, a suo dire, autori, in un passato assai gramo, di gravissimi torti nei suoi confronti. Ciò le procura frequenti e coloriti contrasti con la vecchia Amelia che, invece, vorrebbe far tornare il locale ai tempi gloriosi in cui veniva abbastanza equivocamente chiamato l’ “ustaria dli beli doni” e con la giovane Amalia che mal sopporta i troppo rigidi vincoli e divieti della madre. Il passato di Emilia però è in agguato e arriva un avvocato con un testamento che contiene clausole molto particolari. Le tre donne, assieme a clienti ed amici entrano in un vero e proprio turbine di bizzarre e imprevedibili vicende. Alla fine tutto si ricompone, ma non certo nel modo a cui pensava Emilia.



La vicenda si svolge ai nostri giorni in una modesta trattoria lungo una strada statale, nel cuore della pianura Padana.
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