PAOLO GHIDONI
e il suo TEATRO IN DIALETTO
"La ca' di ladar"
Commedia in tre atti in dialetto mantovano-reggiano


Scritta nei primi anni del ventunesimo secolo e messa in scena poco dopo dal “GRUPPO TEATRO APERTO” con la regia di Gabriele Maretti. Il successo ottenuto è stato notevole sia nel mantovano che nelle province limitrofe.
UGO, ladro per bene
CARLO, aspirante ladro
CAMILLO, fratello di Ugo
MARTA, moglie di Camillo
SARA, loro figlia
ELENA, altra figlia
OFELIA, assistente di Ugo
ALESSIO, geometra
ALVISE, vicino di casa
1° CARABINIERE
2° CARABINIERE
UGO: È uno scapolo di mezz’età, piuttosto trasandato nell’abbigliamento. Estroverso e generoso, si dimostra sicuro di sé in ogni occasione, ad eccezione della vita amorosa dove, invece, è impacciato e pieno di complessi.
CARLO: È un giovane simpatico, sagace e fantasioso. Gli manca solo la voglia di lavorare.
CAMILLO: Circa sessanta anni; è buono e onesto, a volte intristito dalle avversità della vita. Cammina con una gamba rigida.
MARTA: Stessa età del marito; è umile, ma dotata di grande forza d’animo. Serena in ogni circostanza, è sostenuta da un’incrollabile fede nell’onestà e nella bontà del prossimo.
SARA- Dolce e bella ragazza; parla e si comporta come una bambina di tre anni. Anche nell’abbigliamento è estremamente infantile.
ELENA: Giovane bella ed elegante, cerca con entusiasmo di farsi strada nella vita.
OFELIA- Di mezz’età, simpatica, giovanile. È ossessionata dal problema di convincere Ugo a sposarla.
ALESSIO- Giovane brillante, di gradevole aspetto.
ALVISE- È un vecchio con vari problemi legati alla sua tarda età.
I DUE CARABINIERI (o poliziotti): Le loro battute sono scritte in italiano. Si consiglia, a chi ne abbia la possibilità, di caratterizzarle con forti inflessioni di altre zone d’Italia, oppure con la parlata tipica del meridionale che cerca di parlare nel nostro dialetto.
Vi si narrano le avventure economiche e comico-sentimentali della famiglia Scalcagni capitata a risiedere in una vecchia e decrepita dimora definita, non certo per caso, dalla credenza popolare come "la ca' di ladar".... Chissà se alla fine il "bene" trionferà?


L’azione si svolge ai giorni nostri nei dintorni di una città al centro della Val Padana




SCENA ( fissa per i tre atti): una vasta stanza in una vecchia villa di periferia. Qua e là, negli infissi, negli arredi e sui muri pieni d’ umidità, s’intravede qualche traccia d’una antica raffinatezza. Le pareti sono in più parti scrostate, i mobili in pessimo stato. L’ambiente è principalmente adibito a sala da pranzo, ma c’è anche un letto ad una piazza. Sul fondo si scorge parte di una cucina con una finestra. A sinistra la comune, a destra due uscite: la prima porta al piano superiore, la seconda ad una stanza da letto.
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